
La positive nutrition è un approccio che, puntando sull’inclusione di nutrienti e alimenti funzionali, favorisce salute, prevenzione delle malattie e longevità.
Articolo scritto da Dott. Carmine Di Iorio, neurobiologo e consulente nutrizionale
Il concetto di positive nutrition rappresenta un approccio alimentare che non si concentra sulla restrizione, ma sull’inclusione di nutrienti e alimenti funzionali in grado di promuovere la salute e la longevità. Evidenze epidemiologiche e sperimentali dimostrano che diete ricche di fibre, polifenoli, acidi grassi insaturi e con un apporto energetico equilibrato modulano processi biologici chiave quali stress ossidativo, infiammazione, metabolismo energetico e regolazione del microbiota intestinale. Modelli alimentari come la dieta mediterranea e la dieta di Okinawa sono esempi emblematici di positive nutrition associati ad aspettativa di vita elevata. L’integrazione di strategie nutrizionali basate su alimenti funzionali e composti bioattivi può rappresentare una base solida per la prevenzione dell’invecchiamento precoce e delle malattie croniche.
Negli ultimi decenni, la ricerca scientifica ha evidenziato il ruolo centrale della nutrizione nella determinazione della salute a lungo termine e della durata della vita. Il concetto di positive nutrition si basa non solo sulla riduzione dei nutrienti critici (grassi saturi, zuccheri semplici, sodio), ma soprattutto sull’incremento dell’assunzione di alimenti e composti bioattivi in grado di favorire la salute e prevenire le malattie croniche [1].
Zone del mondo caratterizzate da alta longevità, le così dette blue zone, come la Sardegna, Okinawa e la regione di Ikaria, presentano modelli alimentari comuni: elevata presenza di alimenti vegetali, consumo regolare di pesce, uso di grassi insaturi come l’olio d’oliva e un apporto calorico moderato. Tutto questo supporta l’idea che la nutrizione possa modulare i processi biologici legati all’invecchiamento e favorire un invecchiamento sano e attivo [2].

Meccanismi biologici:
Modulazione dello stress ossidativo e dell’infiammazione
L’invecchiamento è accompagnato da un incremento dello stress ossidativo e da un’infiammazione cronica di basso grado o inflammaging, entrambi considerati acceleratori dei processi degenerativi [3]. Polifenoli (resveratrolo, catechine) e carotenoidi (licopene, luteina) attivano vie antiossidanti mediate dal fattore di trascrizione Nrf2, aumentando l’espressione di enzimi protettivi come superossido dismutasi e catalasi [4]. Parallelamente, questi composti riducono la produzione di citochine pro-infiammatorie (IL-6, TNF-α), contribuendo al mantenimento di uno stato infiammatorio controllato.
Regolazione metabolica e ruolo del microbiota
Il microbiota intestinale gioca un ruolo fondamentale nella regolazione della salute metabolica. Una dieta ricca in fibre favorisce la crescita di batteri benefici che fermentano i carboidrati complessi producendo acidi grassi a corta catena (SCFA: acetato, propionato, butirrato). Questi metaboliti esercitano effetti positivi sulla sensibilità insulinica, sul metabolismo lipidico e sull’integrità della barriera intestinale, riducendo endotossiemia e infiammazione sistemica [5].

Pathway della longevità cellulare
La restrizione calorica e i suoi mimetici come resveratrolo, spermidina, nicotinamideriboside, attivano AMPKe le sirtuine1 e 3 e inibiscono mTOR, tre pathway chiave per la regolazione della longevità cellulare. Questi meccanismi promuovono:
- autofagia
- biogenesi mitocondriale
- e riparazione del DNA, rallentando la senescenza cellulare e favorendo l’omeostasi metabolica [6].
La spermidina la si trova nei cereali integrali, nei formaggi stagionati, nei funghi e nei legumi. Il resveratrolo è naturalmente presente nell’uva rossa e nel vino rosso e nelle bacche come i mirtilli, l’aronia e il ribes. La nicotinamideriboside (NR), un precursore del NAD+, si trova in piccole quantità naturali in alimenti come il latte vaccino, il lievito di birra, ma anche alcuni pesci come tonno e salmone, e prodotti derivati dal latte. Tali composti hanno mostrato la capacità di stimolare l’autofagia e supportare la funzione mitocondriale. Evidenze preliminari suggeriscono che tali composti possano avere un impatto positivo sulla longevità e sulla prevenzione delle malattie croniche [7].
Nutrienti e alimenti chiave:
Fibre e prebiotici
Le fibre alimentari, in particolare quelle solubili come arabinoxilani eβ-glucani hanno dimostrato di:
- ridurre i livelli di colesterolo LDL
- migliorare il controllo glicemico
- modulare positivamente la flora intestinale
Un apporto regolare è associato a riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2 [8].
Acidi grassi polinsaturi omega-3
Gli omega-3 a lunga catena (EPA, DHA), abbondanti nel pesce azzurro e nelle alghe, esercitano azioni antinfiammatorie e neuroprotettive. Numerosi studi clinici hanno mostrato che un adeguato consumo riduce il rischio di eventi cardiovascolari e favorisce la funzione cognitiva [9].
Polifenoli e composti fitochimici
Polifenoli come quercetina, catechine e resveratrolo modulano la funzione endoteliale, l’omeostasi glucidica e i processi infiammatori. Il consumo regolare di frutta, verdura, tè verde, cacao e olio extravergine d’oliva è stato associato a una riduzione significativa della mortalità per tutte le cause [10].
Modelli alimentari di longevità
La dieta mediterranea è il modello più documentato di positive nutrition: caratterizzata da un elevato apporto di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e olio d’oliva, è stata associata a una riduzione del rischio cardiovascolare e della mortalità totale [11]. Parallelamente, la dieta tradizionale di Okinawa, a basso apporto calorico e ricca di alimenti vegetali, soia e pesce, è considerata una delle chiavi della straordinaria longevità degli abitanti di questa regione [12].
Conclusioni
La positive nutrition rappresenta un approccio innovativo e proattivo alla salute pubblica, che si focalizza sull’aggiunta di nutrienti funzionali piuttosto che sulla restrizione. L’evidenza scientifica indica che un’alimentazione ricca di fibre, grassi insaturi, polifenoli e alimenti tipici della dieta mediterranea e di altri modelli di longevità promuove la salute metabolica, riduce l’incidenza di malattie croniche e favorisce un invecchiamento sano.
Le prospettive future comprendono la personalizzazione delle strategie nutrizionali basata su profili genetici ed epigenetici, lo studio approfondito del microbioma e lo sviluppo di alimenti funzionali mirati. In questo scenario, la positive nutrition può essere considerata non solo una strategia di prevenzione, ma un vero e proprio strumento per promuovere longevità e qualità della vita.
Bibliografia
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