La Rivoluzione delle Fibre Solubili: un rimedio naturale per la menopausa

JAXplus Alimentazione MENOPAUSA La Rivoluzione delle Fibre Solubili: un rimedio naturale per la menopausa
5 Ottobre 2023

Dott. Carmine Di Iorio, Biologo, Consulente Nutrizionale

Con l’invecchiamento della popolazione, il numero di donne in transizione o post-menopausa sta crescendo rapidamente. Questa fase è associata a cambiamenti fisiologici e rischi cardiovascolari. L’adozione di una dieta ricca di fibre solubili e uno stile di vita sano può mitigare tali problemi, migliorando la salute metabolica e il benessere complessivo delle donne durante la menopausa. Questi approcci rappresentano strategie cruciali per affrontare i cambiamenti legati alla menopausa e promuovere un invecchiamento sano.

Con l’invecchiamento della popolazione, si stima che in tutto il mondo 1,2 miliardi di donne saranno in transizione o post-menopausa entro il 2030 [1]. Le donne trascorrono più di un terzo della loro vita in uno stato post-menopausale. La menopausa è la scomparsa definitiva delle mestruazioni dovuta all’esaurimento dell’attività ovarica, che avviene dopo 12 mesi di amenorrea[2]. La transizione della menopausa, detta anche perimenopausa, è l’inizio delle irregolarità mestruali che avvengono a causa della carenza di ormoni sessuali femminili.

Il cambiamento è associato a una maggiore prevalenza della sindrome metabolica e dei fattori di rischio cardiovascolare, oltre ad alterazioni dell’umore, del sonno, della dieta e di altri fattori legati allo stile di vita [3, 4]. Se i cambiamenti riportati associati alla menopausa sono dovuti ad alterazioni ormonali, i cambiamenti psicologici associati alla transizione, invecchiamento naturale, fattori sociali e comportamentali sono meno chiari e necessitano di ulteriori chiarimenti.

Numerosi studi dimostrano che con la menopausa si verificano cambiamenti nella composizione corporea, come perdita di massa magra, accumulo di massa grassa e ridistribuzione del tessuto adiposo soprattutto nella zona addominale [5]. Sono note anche variazioni nella glicemia a digiuno e un profilo lipidico alterato, con un aumento del colesterolo totale, del colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL-C) e dell’apolipoproteina B. Tali cambiamenti si verificano indipendentemente dall’età a causa della menopausa [3].

L’uomo trascorre la maggior parte della giornata nella fase postprandiale, circa 18 ore al giorno, la lipemia e la glicemia postprandiali sono fattori di rischio indipendenti per le malattie cardiovascolari ed è fondamentale esplorare le risposte postprandiali multifattoriali rispetto lo stato menopausale. 

Il microbiota intestinale, inoltre, è sempre più riconosciuto come un importante regolatore del metabolismo ed è associato a molteplici fattori di rischio cardiometabolico. Durante la transizione alla menopausa sono state riscontrate diverse alterazioni nella composizione del microbiota intestinale [6].

Alla luce dei cambiamenti che si verificano nello stile di vita e nella composizione corporea dopo la menopausa, è fondamentale conoscere i principali cambiamenti metabolici e microbici che si verificano in modo che la donna in transizione possa avere uno stile di vita e dietetico sano e personalizzato durante la transizione menopausale e post-menopausa.

Lo studio ZOE PREDICT ha caratterizzato lo stile di vita, la dieta e le misure di salute nelle donne in pre-, peri- e post-menopausa e ha esplorato i cambiamenti fisiologici della menopasusa con particolare attenzione al metabolismo postprandiale e al microbiota intestinale. Lo studio ZOE PREDICT ha monitorato l’effetto degli alimenti e delle caratteristiche individuali sulla variabilità della risposta postprandiale I partecipanti hanno preso parte a un intervento di 14 giorni.

Il primo giorno sono stati visitati presso il St. Thomas’ Hospital (UK) con valutazioni di base e un test controllato con pasto di prova. Questo è stato seguito da 13 giorni di intervento a domicilio con pasti di prova standardizzati di vario contenuto nutrizionale, nonché la registrazione di tutta l’assunzione ad libitum di cibi e bevande tramite un’applicazione per cellulare appositamente progettata. I partecipanti indossavano anche dispositivi digitali per misurale la loro attività fisica, la durata e la qualità del sonno e la glicemia interstiziale [7, 8].

Lo studio ZOE PREDICT ha raccolto dati fenotipici dettagliati, informazioni sulla dieta abituale, dati sul microbioma intestinale e misurazioni multiple di marcatori ematici cardiometabolici a digiuno e postprandiali da più di mille adulti sani del Regno Unito. Le misurazioni postprandiali raccolte in clinicasono state: concentrazioni di trigliceridi sierici (TG), glucosio, insulina, acetilazione della glicoproteina (GlycA) e metaboliti circolanti in seguito a sfide dietetiche sequenziali con nutrienti misti. Grazie all’utilizzo di sensori per il glucosio è stato valutato il profilo glicemico postprandiale.

Per prima cosa è stato caratterizzato il ruolo dell’età e del sesso nella salute cardiometabolica, nell’antropometria, nelle misure dello stile di vita e della dieta. Dallo studio emerge che le donne presentano diversi marcatori significativamente associati all’età, tra cui pressione sanguigna (BP), infiammazione, LDL-C a digiuno, TG e insulina e TG postprandiali e glucosio, mentre il contrario è stato osservato per i punteggi di probabilità epatica, che stimano la presenza di fegato grasso.

È stata poi caratterizzata la coorte femminile in base allo stato pre, peri e post-menopausale tenendo conto di età, BMI, uso di terapia ormonale e abitudine al fumo. Dopo la transizione alla menopausa, le donne in post-menopausa erano significativamente più anziane, avevano una pressione sistolica più elevata, concentrazioni ematiche a digiuno sfavorevoli, maggiore sensibilità all’insulina e rischio di sviluppare malattie cardiovascolari più elevato. Le donne in post-menopausa hanno anche riportato maggiori difficoltà di sonno e hanno avuto un apporto alimentare più elevato di zucchero totale spiegato da una maggiore assunzione di dolci e bevande zuccherate.

Grazie alle misurazioni in continuo è stato possibile osservare le escursioni glicemiche quotidiane, coniper e ipo-glicemia ricorrenti, associate entrambe a stress ossidativo, infiammazione e aumento del rischio di malattie cardiovascolari e diabete.

Gli aumenti postprandiali dei lipidi circolanti e del glucosio sono associati ad un aumento del rischio di malattie cardiometaboliche, diabete di tipo 2 e obesità. Le donne in pre-menopausa presentano un profilo glicemico migliore rispetto alle donne in menopausa [7].

Per quanto riguarda la composizione del microbioma intestinale, è stata esaminata la composizione e la diversità del campione nelle donne in pre e post-menopausa e tali non risultano essere significativamente diversi, anche se vi sono 8 specie che differiscono con lo stato menopausale, di cui 4 specie presentano un’abbondanza relativa maggiore nelle donne in pre-menopausa, mentre le altre 4 nello stato di post-menopausa. La ricchezza e la diversità del microbioma non risultano comunque significativamente diverse [6].

La maggior parte dei cambiamenti che si osservano nel periodo di transizione menopausale sono comunque mitigabili mediante interventi sulla dieta e sullo stile di vita. La dieta mediterranea è tra i modelli dietetici più sani ed è associata a miglioramento del peso e dei sintomi vasomotori nelle donne in post-menopausa [9] e alcuni alimenti sono anche collegati ad un inizio più tardivo della menopausa come l’assunzione di verdure verdi e gialle e di legumi freschi in quanto ricchi di fibre solubili ed insolubili[10].

Gli effetti positivi sulla salute associati alla qualità della dieta sono dovuti a un contenuto più elevato di fibre alimentari solubili e non, carboidrati complessi, vitamine, minerali, acidi grassi polinsaturi e sostanze fitochimiche. Le diete ricche di alimenti a base vegetale, come la dieta mediterranea, sono ricche di isoflavoni che hanno effetti protettivi sulla menopausa.

Gli effetti fisiologici sulla menopausa sono numerosi e la transizione è un momento ricco di grandi cambiamenti ed effetti metabolici sfavorevoli. Sebbene il cambiamento non può essere evitato, è possibile adottare approcci che permettano di attenuare le conseguenze cardiometaboliche avverse, avendo un occhio di riguardo su fattori modificabili come dieta e stile vita.

Attività fisica e dieta sana ed equilibrata, ricca di fibre, con un occhio più attento a quelle solubili che mitigano gli effetti negativi del glucosio, cereali integrali, proteine vegetali ed animali e povera di carboidrati semplici sono fondamentali per prevenire gli effetti avversi dell’invecchiamento.

Bibliografia

  1. WHO . Report of a WHO Scientific Group; 1996. Research on the menopause in the 1990s. Report No.: 0512-3054.
  2. Santoro N, Roeca C, Peters BA, Neal-Perry G. The menopause transition: signs, symptoms, and management options. J ClinEndocrinolMetab. 2021;106(1):1–15.
  3. Zhu D, Chung HF, Dobson AJ, et al. Type of menopause, age of menopause and variations in the risk of incident cardiovascular disease: pooled analysis of individual data from 10 international studies. HumReprod. 2020;35(8):1933–1943.
  4. Christakis MK, Hasan H, De Souza LR, Shirreff L. The effect of menopause on metabolic syndrome: cross-sectional results from the Canadian longitudinal study on. Aging. Menopause. 2020;27(9):999–1009.
  5. Asnicar F, Berry SE, Valdes AM, et al. Microbiome connections with host metabolism and habitual diet from 1,098 deeply phenotyped individuals. Nat Med. 2021;27(2):321–332.
  6. Berry SE, Valdes AM, Drew DA, et al. Human postprandial responses to food and potential for precision nutrition. NatMed. 2020;26(6):964–973.
  7. Berry S, Drew D, Linenberg I, et al. Personalised REsponses to DIetary Composition Trial (PREDICT): an intervention study to determine inter-individual differences in postprandial response to foods. ProtocExch.
  8. Dunneram Y, Greenwood DC, Cade JE. Diet, menopause and the risk of ovarian, endometrial and breast cancer. ProcNutrSoc. 2019;78(3):438–448.
  9. Herber-Gast GC, Mishra GD. Fruit, Mediterranean-style, and high-fat and -sugar diets are associated with the risk of night sweats and hot flushes in midlife: results from a prospective cohort study. Am J ClinNutr. 2013;97(5):1092–1099.
  10. Dunneram Y, Greenwood DC, Cade JE. Diet, menopause and the risk of ovarian, endometrial and breast cancer. ProcNutrSoc. 2019;78(3):438–448.