Pasta e diabete: un tandem finalmente possibile

JAXplus Diabete Pasta e diabete: un tandem finalmente possibile
Caserecce – pasta di semola di grano duro
27 Maggio 2021

Quando si hanno problemi di diabete di tipo 1 o 2 evitare cibi che contengono carboidrati e tenere sotto controllo i livelli di glicemia sono aspetti importanti da tenere monitorati. Controllare il picco glicemico o evitare di andare in ipoglicemia diventano questioni di primo piano nella quotidianità. L’alimentazione gioca perciò un ruolo primario.

Scegliere quali alimenti consumare e quali evitare è una delle prime cose che si fanno. Ma cosa succede se potessimo inserire, sotto il controllo medico, alcuni di questi alimenti cui dovevamo rinunciare? Cosa succede se fosse possibile consumare un po’ di pasta o un po’ di cioccolato? Una concessione ogni tanto potrebbe rendere più facile seguire un regime alimentare piuttosto stringente.

Le caratteristiche della pasta

La pasta presenta due aspetti particolarmente negativi per le persone diabetiche:

  • l’elevato carico glicemico;
  • l’elevato indice glicemico.

Si tratta di due aspetti in comune con il pane, la polenta e, più in generale, tutti gli alimenti che contengono molti cereali raffinati.

In molti casi può essere sufficiente ridurre il consumo di questi alimenti, ma per ragioni di praticità in molti preferiscono eliminarli completamente dalla dieta.

La pasta per diabetici

La pasta per diabetici è frutto di un sapiente mix di ingredienti; in particolare quella con l’aggiunta di JAXplus contiene arabinoxilani e beta glucani ottenuti dai cereali, che contribuiscono a non far aumentare eccessivamente il picco glicemico post prandiale.

Rispetto alla pasta tradizionale, la pasta per diabetici offre diversi vantaggi dal punto di vista nutrizionale:

  • un minor carico glicemico;
  • un minor indice glicemico;
  • un minor apporto energetico;
  • contiene più fibra alimentare.

Una dieta ipocalorica e una regolare attività fisica possono inoltre contribuire al calo di peso, un altro aspetto che molti malati di diabete mellito devono tenere sotto controllo.

Come la pasta integrale?

La pasta integrale apporta più fibre, soprattutto insolubili, rispetto a quella di semola tradizionale, ma la pasta per diabetici permette di ottenere risultati decisamente migliori per le persone che devono controllare il picco glicemico: JAXplus e le sue fibre solubili ottenute dalle crusche sono più biodisponibili rispetto a quelle contenute nella pasta integrale (e nettamente superiori alla pasta “bianca”), sono “gentili” per l’intestino e contribuiscono

  • a ridurre l’impatto glicemico
  • a nutrire la microflora intestinale perché prebiotiche.

Non si tratta quindi solo di vantaggi per i diabetici, ma anche per le persone che vogliono tenere sotto controllo il peso, gli sportivi e i bambini.

Quanto influisce la cottura sul picco glicemico

L’idratazione e le alte temperature che vengono utilizzate per cuocere gli alimenti ne aumentano l’indice glicemico. Quando possibile, pertanto, è consigliabile far raffreddare il piatto prima di consumare il pasto perché durante il raffreddamento si ha una lieve riduzione dell’indice glicemico che è stato precedentemente aumentato dal processo cottura. In aggiunta è bene preferire le cotture al dente rispetto a quelle prolungate: all’aumentare del tempo di cottura aumenta il picco glicemico a causa dell’accelerazione della gelatinizzazione dell’amido.Inoltre è importante non disperdere la fibra solubile nell’acqua di cottura: proprio le fibre solubili contribuiscono a ridurre l’indice glicemico e il processo di bollitura lascerebbe che una parte di queste finisse in acqua. Per non perdere i benefici della nostra pasta consigliamo una cottura “risottata”, molto più semplice di quanto non suggerisca il nome: basta aggiungere circa 3 mestoli (200 ml) d’acqua ogni 100 grammi di pasta e lasciar cuocere in padella fino al completo assorbimento, per circa 15 minuti. In questo modo le fibre non si disperdono e il processo di cottura è limitato al tempo necessario: due condizioni che contribuiscono alla riduzione del picco glicemico.

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